venerdì 29 gennaio 2016

Il ricatto psicologico per fermare Marino

Da un po' di tempo alcuni quotidiani, che a noi piace chiamare "killer", fanno uscire notizie in coincidenza con l'esposizione mediatica di Ignazio Marino. 
Avevamo notato nei mesi scorsi come venissero confezionati "titoloni" sulla base di un'immaginaria cimice nella stanza del PM che indaga sui 7 scontrini di ristoranti dove Marino era stato a cena durante il suo incarico di Sindaco.
Sembrava quasi che ogni atto del PM fosse concordato con i direttori dei quotidiani e che si rendesse l'inchiesta sugli scontrini prioritaria rispetto a quelle sull'antiterrorismo, su Mafia Capitale, con l'impiego di consistenti forze della guardia di finanza sguinzagliate nei ristoranti di Roma per arrivare ad una veloce conclusione e relazione finale del PM.
Il procedimento investigativo appare, da quanto scrivono i giornali, così veloce ed efficiente come se fosse collegato alla tempistica delle elezioni capitoline.
Tale impostazione delle notizie giornalistiche genera un sospetto legittimo: Prima arriverà la relazione del PM al GIP e prima si riuscirà a bloccare psicologicamente Ignazio Marino nell'intenzione di candidarsi a Roma?
Intanto Marino lo ha detto chiaramente: sa che la sua esposizione mediatica lo rende bersaglio di attacchi gratuiti. 
Il primo tassello, a nostro avviso, lo ha messo giorni fa il Prefetto di Roma.
Secondo quanto raccontano i giornali, Gabrielli avrebbe scritto una relazione alla Commissione Parlamentare Antimafia che riguarderebbe il periodo fino alla fine della giunta Marino (primi di novembre 2015) e non comprenderebbe il periodo del Commissario Tronca.
In sostanza, il Prefetto sembra abbia voluto sminuire il valore di quanto fatto dalla Giunta Marino e dal suo assessore Sabella contro Mafia e Corruzione e che pertanto poco o nulla sarebbe cambiato nel Comune di Roma.
E sappiamo quanto queste conclusioni prefettizie, dette in campagna elettorale, possano avere un certo effetto sul consenso intorno alle varie candidature a Sindaco.
Eppure, nonostante questa relazione del Prefetto, a noi risulta che numerosi politici, imprenditori, manager di aziende comunali siano finiti in galera. Che appalti sulla manutenzione e sull'assistenza sociale siano stati passati al setaccio, che il lungomuro di Ostia sia stato abbattuto e che alcuni uomini dei clan siano in un carcere della Toscana.
Ma veniamo alla storia degli scontrini.  La manipolazione mediatica continua. 
Da queste notizie sui giornali, siamo portati a credere che la Procura di Roma, da una parte, abbia inchieste stagnanti da 13 anni, come quella per omicidio colposo sui morti per leucemia nelle aree intorno alle antenne della Marina Militare di Santa Rosa e di Santa Maria di Galeria, dall'altra sia stata capace di mettere su una corsia preferenziale il procedimento per indagare su 7 cene istituzionali di Marino per una spesa complessiva di circa 1000 euro.
Dalle notizie diffuse, siamo portati a constatare che, da una parte, il Tribunale penale di Roma abbia impiegato dal 1998 al 2012 per accertare in via definitiva la responsabilità di una ditta, di area democristiana, nell'intossicazione alimentare di 182 alunni di 2 scuole, mentre dall'altra sembra che per le cene di Marino si arriverebbe ad una conclusione istruttoria in pochi mesi e probabilmente ad un esito di giudizio accelerato.
A meno che, dopo il voto delle amministrative con Marino fuori gioco, il fascicolo non venga messo in secondo piano per altre priorità e i giornali non ne parleranno più. 

"A pensar male si fa peccato" diceva Andreotti, ma, nell'era del Grande Fratello, a noi rimane solo l'opzione di resistenza del pensiero critico. E noi lo vogliamo esercitare.


Il Marziano Libero blogger 




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